Per cui in questa storia mi sentirete spesso parlare di batteri buoni, per indicare quelle microscopiche forme di vita con cui ci siamo adattati a convivere, con grandi vantaggi, nei milioni di anni della nostra presenza sulla terra e batteri cattivi, indicando quelli con cui sarebbe meglio non avere a che fare.
Semplifico questo vasto mondo ‘in buoni e cattivi’. Compio un errore concettuale, perché la biologia non funziona in bianco o nero, 0 e 100, nessun infetto o tutti infetti, ma lo faccio solo per iniziare a fare insieme i primi passi in questo mondo incredibile, invisibile parte di noi.[/vc_column_text][vc_column_text]Quando parliamo di batteri buoni parliamo di principi essenziali per una vita sana. Oggi dall’OMS sono definiti come microrganismi vivi che conferiscono un beneficio per la salute dell’ospite I1] Naturalmente la storia dell’azione benefica dei batteri sull’organismo nasce ben prima del loro nome. Da quando nella dieta, delle varie popolazioni, fecero comparsa i cibi fermentati. Dal latte fermentato che veniva consumato in Medio Oriente già nel 10.000 a.C. e poi da popolazioni in Egitto, in Grecia e in Italia [1] al latte di yak fermentato e i suoi prodotti [2] che, intorno all’8000 a.C., consumavano i nomadi tibetani che nonostante vivessero ad altitudini superiori ai 4000 m, sistemazione che rende un pò improbabile la coltivazione di frutta e verdura. mantenevano una buona salute.
Dal garum, condimento noto alle nostre coste, derivato dall’intestino di pesce, che era (ed è tuttora) fermentato per 12-18 mesi in vasi di terracotta, consumato quotidianamente, con potenti benefici per la salute [3 ] nell’antica Grecia e a Roma intorno al 400 a.C, allo yogurmak che i nomadi turchi usavano per trattare la diarrea, i crampi e la pelle bruciata dal sole, come dimostrano gli scritti dell’XI secolo; e più tardi, Gengis Khan, il grande conquistatore dei Mogul, diede da mangiare yogurt al suo esercito, perché secondo quanto riferito “instillò coraggio in loro” [4]
Nel 1905, Elie Metchnikoff, biologo russo, indagò sulla questione del perché i bulgari vivessero così a lungo. Concluse che la loro longevità era legata al pesante consumo di yogurt fermentato, dimostrando in seguito che un bacillo poteva essere coltivato dallo yogurt, che era identico a un bacillo trovato nelle loro feci, in seguito chiamato L. bulgaricus [5].
Lo stessa bevanda di cui ho parlato nel Tè di Luda, il kombucha, è il risultato di una fermentazione di batteri.
[/vc_column_text][vc_column_text]Insomma con i batteri e le loro azioni protettive abbiamo a che fare dalla notte dei tempi come donne e uomini. Per questo, dagli anni 50 almeno, vengono studiati per comprenderli meglio. Non sono tutti uguali anzi. Differiscono per struttura e funzione e vengono divisi in famiglie ognuna della quale ha una sua denominazione, delle sue caratteristiche e funzioni.
Tra il 2000 e il 2017 c’è stata un’esplosione di interesse per i probiotici, con un numero annuale di studi randomizzati controllati (RCT), un tipo di esperimenti che mirano a rendere il risultato quanto più attendibile possibile, compresi tra 144 e 194; nel 2017 c’erano anche 49 meta-analisi, il cui scopo prevalente è riassumere i dati provenienti dai diversi esperimenti fatti nel mondo sullo stesso trattamento e leggervi un risultato unico.
Gli investigatori riconosciuti a livello internazionale hanno trascorso decenni della loro vita a sviluppare il campo della ricerca probiotica.
Oggi si sa che i microbi colonizzano l’intestino del neonato immediatamente dopo la nascita.
Proprio andando a considerare la composizione in batteri dell’intestino di diversi neonati malati e sani si è scoperto che un microbiota, l’insieme delle diverse famiglie batteriche, squilibrato può determinare malattie intestinali già nei neonati o stati patologici che si manifestano in fasi successive della vita, tra cui asma, malattia infiammatoria intestinale e disturbi metabolici.
Quindi ristabilire un corretto equilibrio microbico a livello intestinale può aiutare a prevenire e affrontare questi disturbi. Così come può ridurre il rischio e la durata dei sintomi di alcune delle infezioni più comuni del genere umano: le infezioni respiratorie. [/vc_column_text][vc_column_text]
Sulla base di studi sperimentali, i probiotici possono esercitare effetti antivirali direttamente nell’interazione con il virus o tramite stimolazione del nostro sistema immunitario.
Esistono oltre 200 diversi tipi di virus che causano infezioni respiratorie (RTI) nell’uomo. I rinovirus umani (HRV) sono il più grande gruppo di virus respiratori. [7]. Nell’uomo, la malattia predominante causata da questi virus è il raffreddore comune.
I secondi virus più comuni che infettano l’uomo sono gli enterovirus umani (HEV). I virus dell’influenza, il virus respiratorio sinciziale (RSV) e gli adenovirus. Ed i tanto noti coronavirus che come stiamo sperimentando possono causare un ampio spettro di malattie respiratorie, che vanno da lievi RTI superiori alla polmonite [8].
La prevenzione delle infezioni respiratorie virali è una sfida importante per la salute pubblica. Attualmente, sono disponibili gli unici antivirali e vaccini efficaci per la prevenzione e il trattamento delle infezioni da virus respiratori contro i virus dell’influenza e gli adenovirus.
Una crescente evidenza mostra che i probiotici sono utili nelle infezioni respiratorie [9], che, nella maggior parte dei casi, sono di origine virale.
- Quali sono i batteri più utili nelle infezioni respiratorie?
- Che aiuto danno a bambini, adulti ed anziani?
- Esiste una dieta particolare che aiuta questi batteri buoni a proteggerci?
Al prossimo articolo, le risposte!
[/mk_toggle][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][mk_custom_list]Riferimenti bibliografici- 1. Food and Agriculture Organization of the United Nations/World Health Organization (FAO/WHO) (2002) Guidelines for the evaluation of probiotics in food. Report of a joint FAO/WHO working group on drafting guidelines for the evaluation of probiotics in food
- 2. McFarland L.V. From yaks to yogurt: The history, development, and current use of probiotics. Clin. Infect. Dis. 2015;60:S85–S90.
- 3. Guo X., Long R., Kreuzer M., Ding L., Shang Z., Zhang Y., Yang Y., Cui G. Importance of functional ingredients in yak milk-derived food on health of Tibetan nomads living under high-altitude stress: A review. Crit. Rev. Food Sci. Nutr. 2014;54:292–302.
- 4. Curtis R.I. Salted fish products in ancient medicine. J. Hist. Med. Allied Sci. 1984;39:430–445.
- 5. Fisberg M., Machado R. History of yogurt and current patterns of consumption. Nutr. Rev. 2015;73:4–7.
- 6. Gasbarrini G., Bonvicini F., Gramenzi A. Probiotics History. J. Clin. Gastroenterol. 2016;50:S116–S119.
- 7. Tapparel C, Siegrist F, Petty TJ, Kaiser L. Picornavirus and enterovirus diversity with associated human diseases. Infect Genet Evol. 2013;14:282–293.
- 8. Nichols WG, Peck Campbell AJ, Boeckh M. Respiratory viruses other than influenza virus: impact and therapeutic advances. Clin Microbiol Rev. 2008;21:274–290
- 9. Hao Q, Lu Z, Dong BR, Huang CQ, Wu T (2011) Probiotics for preventing acute upper respiratory tract infections. Cochrane Database Syst Rev