Sabato scorso ero a passeggio con una mia amica, parlavamo di come sarebbe necessario che si iniziassero a rendere accessibili delle politiche di prevenzione piuttosto che aspettare che un problema di salute si manifesti come qualcosa di inevitabile. poi le mi ha chiesto un consiglio sull’assunzione di integratori a base di Vitamina E, ed io che amo parlare dell’integrazione necessaria non di quella usurpata ai cibi, le ho chiesto “Perchè?”. E avendo inteso che la domanda era anche una richiesta a parlarle di questa vitamina le ho detto “Tieni presente che un solo cucchiaio di olio di oliva extra vergine contiene quasi il fabbisogno di vitamina E necessario per una donna”.
Quello di cui abbiamo bisogno, molto spesso è già in una dispensa oculata.
Un pò di storia.
Dai semi del girasole, ottimi anche nelle insalate, si ricava un olio fra i più ricchi di Vitamina E. Foto di icon0.com da Pexels
Nel 1922 Evans e Bishop dimostrarono che esisteva un fattore fin ad allora sconosciuto che inizialmente chiamarono fattore X in grado di prevenire la morte del feto.
Quando capirono che aveva le caratteristiche di una Vitamina, poichè la sua scoperta veniva dopo la vitamina D, si dissero che magari poteva chiamarsi Vitamina E.
Cinque anni più tardi questo composto risultò essenziale per il mantenimento della fertilità dei ratti in laboratorio, caratteristica che rimane impressa nel nome poi dato a uno dei suoi componenti più importanti i tocoferoli, letteralmente che garantiscono discendenza.
La Vitamina E, nome generico con cui in realtà chiamiamo una famiglia di almeno otto composti con attività biologica simile, è stata considerata per molti anni un nutriente essenziale per molte specie di animali e a partire dal 1968 anche per l’uomo.
Il ritardo nel riconoscere essenziale anche per l’uomo questa vitamina fu dovuto al fatto che è molto rara una carenza importante di Vitamina E.
Perché essa è molto presente nei cibi e perché della Vitamina E non si butta quasi niente visto che l’eccesso lo conserviamo nel corpo in strutture di deposito. Tuttavia se si presentano problemi di assorbimento di questa vitamina a livello intestinale o nei nati prematuri, i quali hanno scarse riserve di Vitamina E, questa possibilità può essere reale.
Tra le attività biologiche note di questa vitamina c’è la funzione di rendere più stabili le membrane delle nostre cellule minacciate dai radicali liberi.
La Vitamina E è un potente antiossidante
La Vitamina E è un potente antiossidante, in grado di rompere la catena di reazioni che porta alla degradazione delle membrane da parte dei radicali liberi. Inoltre la Vitamina E può reagire con altri composti come la Vitamina C per rigenerarsi nella forma attiva, pronta a rimettersi in gioco contro i radicali liberi, in difesa delle membrane cellulari.
E’ una vera paladina della difesa delle membrane cellulari. In particolar modo dei globuli rossi molto sensibili allo stress ossidativo. Si è inoltre ipotizzato che essendo in grado di difendere la funzionalità dei vasi sanguigni possa ridurre l’incidenza o l’importanza delle patologie vascolari.
Dove è la Vitamina E?
La Vitamina E è contenuta soprattutto negli alimenti di origine vegetale, prevalentemente nelle foglie e nelle parti verdi delle piante. Le noci sono buone fonti di Vitamina E (2). Gli oli di semi di soia, di oliva, di girasole, mais, germe di grano, semi di cotone contengono quantità particolarmente elevate.
In assenza di ossigeno e di perossidi la Vitamina E può resistere fino a temperature di 200 °C.
La cottura dei cibi determina una riduzione del contenuto di Vitamina E; le perdite maggiori sono determinate dalla frittura e dalla cottura al forno.
I valori di assunzione raccomandati
I valori di assunzione di Vitamina E non dovrebbero scendere sotto i:
- 3mg/al giorno per le donne
- 4mg/al giorno per gli uomini.
Tenendo presente che un buon cucchiaio di olio extra vergine di oliva ne contiene circa 2mg riesce facile comprendere perché sia difficile, con una buona capacità di assorbimento a livello intestinale, andare in deficit di Vitamina E.
Vitamina E e difese immunitarie
Recenti studi hanno dimostrato che la presenza di Vitamina E è fondamentale per il corretto funzionamento del sistema immunitario. In modelli animali in cui la Vitamina E era mancante si osservava un indebolimento delle loro capacità di difesa ed una maggiore esposisizione ad infezioni.
La Vitamina E è direttamente messa in relazione alla proliferazione dei linfociti e di alcuni messaggeri della risposta immunitaria.
Inoltre sembrerebbe diminuire l’incidenza di infezioni delle vie aeree superiori e del comune raffreddore. Tuttavia in queste considerazioni, come sempre, va considerata la storia di ognuno. Quanti anni abbiamo, se siamo fumatori o meno, dove abitiamo e se facciamo esercizio fisico fra i tanti fattori. e purtroppo ad oggi gli studi che si confrontano a riguardo sono fatti spesso su soggetti con caratteristiche molto differenti e questo non permette di avere un risultato unico.
La vitamina E ha mostrato di migliorare le risposte immunitarie tanto su modelli animali che umani e di conferire protezione contro diverse malattie infettive come polmonite o influenza (3,4,5).
È capace di migliorare le interazioni tra le cellule immunitarie e rallentare i difetti nella risposta immunitaria associati all’avanzare dell’età, immunosenescenza. (6,7,8)
Bibliografia minima
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- 9. A. Mariani Costantini, C. Cannella, G. Tomassi, Alimentazione e Nutrizione Umana, il pensiero scientifico editore